Spaghetti con le vongole “fujute”
Ogni regione ha un piatto che la rappresenta che non fa parte del patrimonio gastronomico italiano ma che caratterizza un luogo e in alcun casi anche la storia dello stesso. Per celebrare questa giornata ho deciso di raccontarvi un piatto che ha origine da un grande artista napoletano e che a Napoli è diventato un piatto della tradizione presente in tutte le famiglie, soprattutto in quelle meno facoltose.
La storia di questa ricetta viene fatta risalire a Eduardo De Filippo, grande artista e drammaturgo napoletano.
Sto parlando degli “spaghetti con le vongole fujute” cioè scappate!!!
La storia ci racconta che Eduardo De Filippo al termine dei suoi spettacoli, avesse l’abitudine di andare a cena con la sorella Titina e il fratello Peppino. Una sera del 1947, talmente stanco decise di tornare direttamente a casa. Talmente era affamato che decise di preparare un piatto di spaghetti con gli ingredienti che aveva in casa: spaghetti, pomodorini, aglio e prezzemolo. Con questi pochissimi ingredienti creò un ottimo piatto.
Il piatto gli piacque talmente tanto che il giorno dopo ne esaltò la bontà con la sorella Titina raccontandogli che mentre mangiava aveva sentito “il sapore del mare”.
Eduardo De Filippo la cucinò altre volte, anche per i suoi amici, come ad esempio leggiamo in “Sabato, domenica e lunedì:Eduardo De Filippo teatro, vita, copione e palcoscenico” (Atti di un Convegno svolto all’Università la Sapienza nel settembre 2001:
“…lui ci preparò gli spaghetti alle vongole fujute ma io, non sapendo bene il dialetto napoletano, non capivo cosa intendesse, poi l’ho capito. Intendeva gli spaghetti con le vongole che sono scappate via. Le vongole non c’erano. Erano simulate da pezzettini fini fini di aglio che nell’aspetto potevano ricordare le vongole piccoline…”
La ricetta con il tempo è entrata a far parte della cucina napoletana e rappresenta uno dei piatti poveri che venivano cucinati soprattutto da chi non aveva possibilità economiche tali da potersi permettere un prodotto costoso.
In “SI CUCINE CUMME VOGL’Ì.” La cucina povera di Eduardo, la moglie di Eduardo, Isabella Quarantotti De Filippo, che ha raccolto dopo la sua morte tutte le sue ricette pubblicando il libro, ci racconta la versione di Donna Concetta, sepcificando che le vongole non sono scappate ma che donna Concetta non le ha comprate perchè costavano troppo. La ricetta di Donna Concetta non ha i pomodorini e ha il parmigiano. (se siete curiosi leggete il libretto che contiene tante ricette molto semplici).
La versione che vi propongo è quella che raccontava Eduardo e che è nata per caso quella sera che rientrò a casa affamato a tarda sera.
Ingredienti per 4 persone
400 g di spaghetti
400 g di pomodorini datterini
3 spicchi di aglio
50 ml di olio evo
sale
prezzemolo tritato in abbondanza
pepe nero
In una padella ampia fate soffriggere olio e aglio. L’aglio dovrà essere tagliato a triangolini non troppo piccoli a ricordare la forma delle vongole.
Quando l’aglio sarà ben dorato aggiungete i pomodorini puliti e tagliati a metà. Fateli cuocere a fuoco vivo per massimo 10 minuti aggiungendo il sale fino, il pepe e parte del prezzemolo fresco sminuzzato
Calare gli spaghetti in acqua salata e fateli cuocere al dente. Colateli quindi un minutino prima della cottura al dente indicata sulla confezione. Uniteli al sugo e fate amalgamare il tutto. Aggiungete una abbondantissima quantità di prezzemolo tritato fresco a crudo.
Vedrete che goduria questo piatto.
E le vongole? Quelle non ci sono…..non dimenticate che sono FUJUTE!!!!
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5 Comments
Susanna
14 Marzo 2016 at 17:47
Eduardo De Filippo, un uomo, un mito! Ed era grande anche in cucina. Mi sembra di sentirlo il profumo dei suoi spaghetti, così buoni da non sentire la mancanza delle vongole, anzi da poterle immaginare nel sapore!
lericettediluci2015
14 Marzo 2016 at 23:23
Grazie per il bellissimo commento!!!!
lericettediluci2015
10 Marzo 2016 at 10:57
si infatti…l’Arte di arrangiarsi dà sempre buoni frutti!!!! 🙂
stefania
10 Marzo 2016 at 10:20
Bellissimo piatto che rivela l’ingegno umano nei casi di necessità!
Grazie!
stefania
10 Marzo 2016 at 10:20
Bellissimo piatto che rivela l’ingegno umano nei casi di necessità!
Grazie!