Conserva di albicocche di Pellegrino Artusi
I napoletani amano Maradona, i romani vanno pazzi per Alberto Sordi, gli Juventini amano Higuain….ognuno ha una sua icona; un personaggio televisivo, un posto del cuore o un piatto preferito. Noi foodblogger amiamo cucinare e mangiare…e questo lo sanno tutti!!! Ma amiamo anche collezionare libri di cucina dai più moderni ai più antichi.
Anche noi abbiamo delle icone che rappresentano un mondo da esplorare da cui abbiamo tanto da imparare, un fine a cui tendere, una storia da raccontare. Nel mio caso, oltre ad Eros Ramazzotti, per cui farei follie, ci sono alcuni autori di libri di cucina storici che ho acquistato non appena ho iniziato ad avere la passione per la cucina e per i suoi rappresentanti più illustri. Uno di questi testi è “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene“ di Pellegrino Artusi.
Pellegrino Artusi è stato l’autore di uno dei più autorevoli testi di cucina italiana, la Bibbia di tutti gli amanti della Cucina, il testo che non puoi non avere a casa perchè, oltre ad essere completo, è una fonte inesauribile di conoscenze.
Oggi il Calendario del Cibo Italiano ne celebra la giornata e tutte noi abbiamo scelto una ricetta del suo testo da preparare per festeggiarlo. Personalmente ho scelto la Conserva di albicocche. Prima di tutto perchè adoro le albicocche e poi perchè mi piace preparare da me le conserve da utilizzare a colazione su una fetta di pane e burro oppure per farcire una crostata; e poi perchè amo la consistenza ed il colore di questa confettura.
Ingredienti Conserva di albicocche di Pellegrino Artusi
per 3 vasetti
1200 kg di albicocce mature di buona qualità
800 g di zucchero semolato bianco
Per il procedimento vi riporto fedelmente il testo di Pellegrino Artusi:
Se la conserva di susine è la peggiore di tutte, questa è invece una delle più gentili e però incontra il gusto generale.
Prendete albicocche ben mature e di buona qualità, essendo un errore il credere che con frutta scadente si possa ottenere lo stesso effetto; levate loro il nocciolo, mettetele al fuoco senz’acqua e mentre bollono disfatele col mestolo per ridurle in poltiglia.
Quando avranno bollito mezz’ora circa, passatele dallo staccio onde nettarle dalle bucce e dai filamenti; poi rimettetele al fuoco con zucchero bianco fine e in polvere nella proprozione di otto decimi e cioè di grammi 800 di zucchero per ogni chilogrammo di albicocche passate. Rimuovetele spesso col mestolo fino alla consistenza di conserva, la quale si conosce versandone di quando in quando una cucchiaiatina in un piatto, sul quale dovrà scorrere lentamente (a me ha cotto 1 ora e mezza).
Versatela calda nei vasi e quando sarà diaccia copritela con la carta oliata dei salumai aderente alla conserva, e turrate la bocca del vaso con carta grossa legata con lo spago intorno.
Per la conservazione ho utilizzato dei barattolini di vetro nuovi che ho fatto bollire in acqua per mezz’ora dal momento dell’ebollizione. Ho poi riempito i barattoli, dopo averli fatti asciugare, e li ho chiusi con i sigilli, anch’essi nuovi e sterilizzati in acqua. Ho capovolto i barattoli lasciandoli sotto sopra fino a che la conserva non è risultata fredda.
Per qualsiasi dubbio o domanda scrivetemi in chat di Instagram: sarò lieta di rispondervi!!!
Se volete preparare altri dolci ispirati sul mio blog,vi lascio il link
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4 Comments
Manu
25 Giugno 2017 at 0:27
Veramente golosa e spettacolare, per non parlare della limpidezza. La confettura di albicocche è una delle mie preferite
Grazie
PATRIZIA
24 Giugno 2017 at 23:17
In periodo di albicocche (l'albero di mia mamma è stracolmo e aspetto solo di coglierle e trasformarle), hai scelto la ricetta perfetta. Il colore di questa conserva è a dir poco meraviglioso. Potrei dire da qui che è strepitosa.
Pellegrino oggi, di fronte al nostro entusiasmo, farebbe la ola.
Ti abbraccio forte bellezza. <3
fausta lavagna
24 Giugno 2017 at 16:08
Le tue "adorazioni" (per l'Artusi e le albicocche) sono anche le mie! Se loa mia proposta è stata diversa è solo perché… il mio alberello quest'anno non mi ha regalato una quantità di frutta sufficiente a trasformarla in composta. Così è finito che quelle albicocche ce le siamo fatte fuori fresche, e via. Ma credimi, queste foto mi fanno una gola… Ciao
tritabiscotti
24 Giugno 2017 at 13:45
Io l'ho fatta ieri!!! Che buonaaaa!!