Tarallini scaldati al finocchietto
Con Vale c’è un rapporto speciale. Ci siamo conosciute grazie ad AIFB e da mesi ci sentiamo quotidianamente e condividiamo non solo la nostra passione per lo studio del cibo e per la cucina ma anche la nostra vita. In occasione di questa giornata ha fatto un lavoro davvero eccezionale. Vi invito a leggere con calma il suo articolo perchè è dettagliato, documentato fotograficamente, interessantissimo e soprattutto frutto di tanta passione e studio.
Sull’anice e il finocchietto vi spiegherà tutto Lei, facendovi scoprire anche legende e curiosità. Per l’occasione ho pensato e ripensato a cosa preparare ma, come al solito, avendo un debole per Le cucine regionali italiane, ho scelto un prodotto tradizionale che volevo preparare da tempo: i tarallini scaldati al finocchietto tipici della Puglia.
Io li adoro. La crosticina liscia che si crea in cottura dopo averli prima bolliti mi fa letteralmente uscire pazza. Ne mangerei a decine senza riuscire mai a fermarmi.
Il tarallino pugliese nasce agli inizi del ‘400. E’ un prodotto povero e semplice che veniva preparato nelle case dei contadini e veniva offerto agli ospiti insieme ad un bicchiere di vino bianco. Sulle origini del nome ci sono varie teorie, sembrerebbe, però, che l’origine più probabile sia greca e venga dalla parola daratos che identificava una sorta di pane.
Il tarallino viene preparato in molte regioni d’Italia ed è talmente diffuso da aver recentemente ottenuto la denominazione di Prodotto Agroalimentare Tradizionale italiano (PAT).
Il tarallo pugliese, in particolare, si distingue dagli altri per semplicità e leggerezza. Essendo un prodotto di origine povera e contadina è realizzato con prodotti molto semplici e facilmente reperibili. Il suo impasto base è formato da farina, vino bianco, olio extra vergine d’oliva e sale a cui si aggiungono vari ingredienti. I semi di finocchio sono l’aggiunta classica e tradizionale. Il sapore del finocchietto gli dona un gusto molto particolare che va in perfetto contrasto con il sapore delicato degli altri ingredienti.
La caratteristica di questi tarallini è la doppia cottura. I taralli pugliesi, infatti, subiscono due fasi di preparazione: prima vengono bolliti in acqua bollente e, quando riaffiorano, vengono prima messi a seccare su uno strofinaccio da cucina e poi infornati fino a doratura. Questa doppia cottura fa si che si ottenga la croccantezza e fragranza tipica di questo prodotto.
Ingredienti per 100 Tarallini scaldati al finocchietto
500 g di farina 00
125 ml di olio extra vergine di oliva
100 ml di vino bianco
4 cucchiai di semi di finocchietto (60 g circa)
1 cucchiaino di sale fino
Fare la fontana con la farina ed inserire, al centro, tutti gli altri ingredienti. Impastare tutti gli ingredienti aggiungendo, se necessario, una tazzina di acqua tiepida.
Formare dei tarallini formando delle strisce di circa 1 cm di diametro. Le striscette dovranno essere lunghe circa 4 dita. Per formare i tarallini, arrotolate la striscetta intorno al vostro dito sovrapponendo le due punte. Sfilare il tarallino dal dito come se fosse un anello e metterlo su un foglio di carta da forno. Ripetere il procedimento fino ad aver esaurito tutto l’impasto.
Mettere a bollire una pentola d’ acqua. Quando l’acqua inizia a bollire cuocere i tarallini, pochi per volta. Colateli non appena vengono a galla e trasferiteli su uno strofinaccio di cotone da cucina per asciugarli. Ripetere per tutti i tarallini.
Trasferirli in una teglia rettangolare adagiandoli su un foglio di carta da forno e cuocerli per 20 minuti a 200 gradi e per circa 10 minuti a 160 gradi. I primi minuti ad alta temperatura li faranno dorare e cuocere all’esterno mentre i successivi serviranno a cuocerli bene all’interno. Controllare sempre la cottura perchè i tempi possono leggermente variare a seconda del forno.
Lasciar raffreddare i Tarallini scaldati al finocchietto e servirli. Potete anche conservarli in un barattolo con chiusura ermetica.
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